Questa notte, all’ospedale di Cremona dov’era ricoverata da alcuni giorni, è morta Eugenia Arnoldi, vedova Azzali: aveva 95 anni e nel 1967, col marito Pierino Azzali, il figlio Gianfranco (per tutti “il Micio”) e Giuseppe Morandi, aveva fondato la Lega di Cultura di Piadena, con lo scopo di «svolgere attività di ricerca, di raccolta, di elaborazione e di discussione dei materiali culturali delle classi lavoratrici», per elaborare proposte «per la trasformazione in senso progressivo della condizione operaia e contadina».
Eugenia Arnoldi era una paisana della Bassa Padana. La sua casa era, ed è, la sede della Lega di Cultura, ma soprattutto era, ed è, un punto di riferimento per tutte quelle persone che in Italia, o all’estero, sono interessate alla cultura orale, alla conoscenza critica e alla presenza alternativa del mondo popolare e proletario.
Dalla sua cascina di Pontirolo sono passati e si sono seduti alla sua tavola professori universitari, scrittori, ricercatori, musicisti e cantori, politici e sindacalisti, ma anche i nuovi paisan della Bassa, lavoratori immigrati provenienti dall’India o dall’Africa e, non ultimo, nella sua casa si sono svolte tante riunioni dei soci dell’Istituto Ernesto de Martino.
Ogni anno, a marzo, la sua casa veniva e viene invasa da un esercito di giovani e vecchi compagni dispersi in tutto il paese e nel mondo per una festa, La Festa della Lega di Cultura, che è un continuo e sempre nuovo “ri-trovarsi” e “ri-conoscersi”.
La prima volta che l’avevo vista era stato nel film Novecento di Bernardo Bertolucci: era nella scena dell’ammazzamento del maiale, e Gerard Depardieu la chiamava col suo nome “Genia”, e lei cantava una canzone: Quando Bandiera Rossa si cantava. Allora niente sapevo di quella famiglia Azzali, né della Lega di Cultura, ma quel volto e quel canto hanno sempre rappresentato per me la personificazione di quel «mondo di dominati in contestazione e in rivolta» di cui scriveva Franco Fortini nella presentazione dello spettacolo Bella Ciao nel 1964; un mondo mai domato, che neppure una dittatura o l’oblio possono o potranno cancellare.
Poi, più tardi, l’ho conosciuta a casa sua, tra le sue cose, in mezzo ai suoi figli, ai suoi familiari, ai suoi amici.
Da oggi è lì, nella sua casa di Pontirolo, frazione del comune di Drizzona. Per tutti quelli che la vorranno salutare, il funerale partirà da quella casa, lunedì 25 gennaio alle ore 14:30.
Ai suoi figli, Gianfranco e Bruno, ai suoi familiari, ai compagni e alle compagne della Lega di Cultura, va il mio abbraccio, quello di Clara Longhini, Pietro Della Mea, Dante Bellamio, Giulia Bosio, Riccardo Schwamenthal, Cesare Bermani, Filippo Colombara, Bruno Cartosio, Vittoria Fiore, Giacomo Coggiola, Sandra Boninelli, Giovanna Marini, Isabella Ciarchi e di tutto l’Istituto Ernesto de Martino.
Ciau Genia.
Il presidente dell’IEdM
Stefano Arrighetti